Cachifonia in Re minore

Un corto circuito dell'economia globale

Cachifonia in Re minore 1
Cachifonia in Re minore 2
Cachifonia in Re minore 3

Novembre in Italia. Inverno 2015 e 2016.
50 Kmq tra Forlì e Cesena lungo la via Emilia.
Terra consacrata all’agricoltura dall'antichità.
Solchi profondi disegnano il paesaggio dall’epoca dei Romani.
Fili della luce sovrascrivono una storia più recente.
Migliaia di splendidi, vecchi alberi colmi di frutti, attendono. Muti. Protendono i loro rami. Offrono i loro doni. Manifestano di uno spreco insensato.
Mentre in negozi e supermercati troviamo solo frutta di importazione qui le medesime specie non vengono più raccolte, fatto salvo qualche varietà recente.
Non c'è più vantaggio economico a immetterle sul mercato.
Solo un agricoltore che ha rimpiazzato i cachi tradizionali con i Persimon ha venduto il raccolto.
Nelle ultime decadi molte cose sono cambiate.
La Comunità Europea ha imposto nuove regole. I consumatori chiedono nuovi ibridi e solo frutti esteticamente perfetti (i Persimon o "Caco-mela" appunto)
Altri lavori, nell'edilizia o nel turismo in riviera, promettono guadagni più facili e orari più leggeri, rompendo il patto di continuità tra generazioni.
E infine la siccità, ultima solo in ordine di tempo.


Quale è il destino di questa economia? E poi di questo paesaggio?
Possiamo trasformare questo cambiamento in una opportunità condivisa? Possiamo credere che globalizzazione e salvaguardia delle molteplicità (delle colture) e delle piccole aziende siano uno scenario ancora possibile?
Un senso di immobilità e di attesa permea ogni cosa.
Sulle note di un Requiem nell’aria echeggia una "Cachifonia in Re minore".