A dialog between Dan Flavin and the Moon

Liberamente ispirato all'opera di Dan Flavin

A dialog between Dan Flavin and the Moon 1
A dialog between Dan Flavin and the Moon 2
A dialog between Dan Flavin and the Moon 3

Dan Flavin: Sono emozionato Luna di esserti così vicino.
La tua luce bianca, unica ed irripetibile,
così carica di mistero,
mi ha sempre affascinato.
Vorrei chiederti molte cose.
E non so davvero da dove cominciare ...
Luna: Anche io sono emozionata Dan.
Ho sentito tanto parlare della tua arte
e della tua luce,
che non mi sembra vero di poterla vedere finalmente con i miei stessi occhi.
Questa idea di fare una mostra nella città,
di uscire dai musei, è fantastica.
Ma dimmi Dan, come hai fatto?
Deve essere stato uno sforzo straordinario ...
Dan Flavin: Non saprei.
E' successo tutto molto velocemente.
Ed è stato più semplice di quanto tu possa immaginare.
Ho trovato gran parte del lavoro svolto.
Ma sono d’accordo con te.
Il risultato è sorprendente.
E sono molto, molto soddisfatto …


Piena estate. Agosto e come sempre Milano si svuota. Ma questo anno sembra più del solito.
E’ il 2014. Poco prima di Expo. Il turismo non è ancora in crescita. La città meno attrattiva.
Anche i cartelloni pubblicitari vanno in ferie. Ma per qualche giorno inspiegabilmente i neon rimangono accesi, nudi.
Immediatamente penso a Dan Flavin. Ai lavori esposti a Villa Panza a Varese. A me così vicini. Penso al suo rapporto particolare con Milano. Alla Chiesa Rossa. Il suo ultimo lavoro realizzato qui. Postumo.
Esco con la macchina fotografica immaginando di rappresentare un dialogo tra le sue linee e i punti della città. Che sono i lampioni, i fari delle auto, i semafori.
Poi in Piazzale Lotto lo incontro che parla con la Luna.
Allora lo immagino che cammina nel cielo e penso al “Monumento alle vittime del terrorismo e delle stragi” in Largo 11 Settembre 2001 e fotografo “L’uomo della luce” di Bernardi Roig.
Infine immagino che per salire nel cielo abbia dovuto servirsi di una o più scale. E fotografo anche quelle.